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Una società paranoica

13 Maggio 2013

Diffidenza, sospetto, rissosità inquinano politica e anche rapporti personali.

MILANO – Negli ultimi tempi molti editorialisti ed esponenti di partito hanno chiamato in causa la psichiatria e gli psichiatri nell’analizzare i problemi dell’Italia e i rimedi per uscirne, utilizzando in senso stigmatizzante per coloro che ne soffrono, le malattie mentali. Tirati in causa non possiamo che esprimere grande preoccupazione per lo «stato psichico» del nostro Paese, sempre più contagiato da una venatura paranoica. La diffidenza, il sospetto, la rissosità che permea e inquina i rapporti tra le persone, le accuse che acriticamente e in modo stereotipato uno schieramento rivolge all’altro, la negazione della possibilità di un dialogo che non si traduca in un alterco o pubblico dileggio, accompagnata dalla proiezione sistematica sull’altro delle responsabilità di programmi disattesi, dimostrano quanto gli aspetti, appunto paranoicali, siano operanti nel tessuto sociale attuale. Senza ascolto e comprensione non può esserci riparazione e superamento della crisi. Non si tratta quindi di applicare la politica alla psichiatria, ma la psichiatria alla politica, mettendo il suo sapere al servizio della polis.

Questo «virus della paranoia» è già in azione, circola nella nostra vita, amplifica la diffidenza dello Stato sui comuni cittadini che, a loro volta, ricambiano diffidenza e sospetto. E la Storia ci ha tragicamente insegnato che il passaggio, a volte indolore, dallo Stato di diritto a quello paranoico, non è improbabile. E i richiami ad adunate di massa alimentano fortemente una paura che pensavamo aver lasciato alle tragedie del secolo scorso. Sono forti i segnali di «perturbazione» che provengono da questa atmosfera, da questa incontinenza emotiva che travolge ogni dibattito e conduce da un lato all’allontanamento dei cittadini dalla politica, dall’altro all’aumento della violenza che, quando si insinua nel gruppo, aumenta in modo esponenziale l’aggressività del singolo. Tale aggressività è anche conseguenza della crisi economica che sta esacerbando gli animi, ma è bene non sottovalutarla. Per questo è indispensabile vigilare e segnalare le mosse politiche improntate a una visione paranoica della realtà. La classe politica deve rendersi conto e farsi carico della responsabilità che ha sulla salute mentale del Paese e dei suoi cittadini. Senza salute mentale non avremo mai né ripresa, né futuro.

Da Corriere della Sera

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