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Sanremo 2021, spopola il braccialetto antistress di Fedez. Gli esperti: «Efficacia? Non ci sono evidenze»

8 Marzo 2021

Un braccialetto anti stress per ridurre l’ansia e il nervosismo. Impazza sui social da alcune ore l’outfit del rapper Fedez che – oltre all’eleganza impeccabile – avrebbe anche degli effetti benefici sulla salute del cantante. Secondo alcuni, infatti, il braccialetto che Fedez porta al polso stimolerebbe l’effetto placebo; cioè «un effetto biologico molto conosciuto e che è utile stimolare» ha spiegato all’Adnkronos Salute lo specialista, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e salute mentale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano Claudio Mencacci, sottolineando che «l’effetto placebo può raggiungere percentuali anche molto importanti: fino al 50%». L’effetto placebo, ricorda Mencacci, fa leva sul fatto che «il nostro organismo e il nostro cervello sono in grado di sviluppare sia il sistema immunitario sia il rilascio di sostanze» benefiche.

Le evidenze scientifiche

Nonostante alcuni possibili effetti positivi, tuttavia, sembra che non ci siano evidenze scientifiche sul fenomeno: «non fa male», sottolinea in una nota Massimo Di Giannantonio, presidente della Sip. Anche se «non c’è evidenza scientifica della sua efficacia». Se un’azione c’è, affermano gli esperti, si tratta di «un effetto placebo e di suggestione». Infatti «il braccialetto elettronico con le sue vibrazioni, come anche quello in rame contribuirebbero a depolarizzare le cariche elettriche in eccesso legate allo stress, diminuendo così l’ansia. Ma non c’è alcuna evidenza scientifica dell’efficacia d’azione», precisa lo psichiatra.

Comunque «il potere di suggestione e l’effetto placebo sono elementi tutto sommato importanti per la salute mentale – aggiunge Di Giannantonio – Ma resta fondamentale rivolgersi allo specialista, soprattutto nell’attuale e perdurante condizione di ansia e stress dovuta all’isolamento per la pandemia» da Covid, «per evitare scorciatoie “fai da te” che potrebbero rivelarsi pericolose – avverte il numero uno della società scientifica – soprattutto in chi rischia di sviluppare disturbi cronici», così il presidente della Sip.

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