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COMUNICATO STAMPA | Riconoscere il rischio | Inaugurazione dell’ambulatorio SMART

14 Febbraio 2019

Inaugurato oggi a Milano presso il Fatebenefratelli l'ambulatorio SMART per la Stadiazione delle Manifestazioni Affettive e il loro Riconoscimento nel Tempo

Il progetto prevede la collaborazione di psichiatri, neuropsichiatri, pediatri e medici specialisti nel trattamento delle dipendenze, per dar vita a uno spazio ad alta specializzazione per ragazzi tra I 12 e I 21 anni.

“RICONOSCERE IL RISCHIO.”

IL  RISCHIO DI DISTURBO BIPOLARE AUMENTA DI 5-10 VOLTE NEI FIGLI DI SOGGETTI AFFETTI E DI 51,9 VOLTE SE SONO AFFETTI ENTRAMBI I GENITORI. ESSERE CONSAPEVOLI DI UNA PREDISPOSIZIONE PUÒ FACILITARE UNA RESPONSABILIZZAZIONE NEI CONFRONTI DEI FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI.

Fino al 50% dei figli di genitori con disturbo bipolare possono soddisfare I criteri diagnostici per disturbi psichici quali ADHD, dist. d’ansia e della bipolarità.

SMART è un ambulatorio, il primo di questo genere, che permette di mettere in rete i saperi di discipline diverse, ognuna con il suo bagaglio di esperienze cliniche. Obiettivo è quello di effettuare una valutazione clinica e testale che possa definire una percentuale di rischio rispetto all’esordio e alla progressione delle patologie affettive. Lo scopo è quello di responsabilizzare  i giovani e le loro famiglie a prendersi cura di sé favorendo stili di vita corretti, prestando attenzione a non esporsi a fattori che possano slatentizzare la predisposizione al disturbo o peggiorarne la storia naturale.

Gli studi genetici hanno mostrato che il disturbo bipolare è un disturbo ad alta ereditabilità (fino all’85% nei gemelli monozigoti, aumento del rischio di 58,7 volte in figli di entrambi i genitori affetti). Nonostante questo non vi è una specifica attenzione ai figli di soggetti con disturbo bipolare e non sono proposti screening specifici relativi al disturbo. Fino al 50% dei figli di genitori con disturbo bipolare possono soddisfare I criteri diagnostici per disturbi psichici quali ADHD, dist. d’ansia e della bipolarità. L’uso di sostanze, specialmente nei giovani, è stato associato a un anticipazione dell’età d’esordio del disturbo e a un peggioramento dei quadri clinici.

Gli studi di prevalenza segnalano che circa l’1,8% dei ragazzi sono colpiti da disturbo bipolare, sia nella forma 1 sia nella forma 2 del disturbo. Effettuando una stima conservativa su città di Milano questo significherebbe circa 5000 ragazzi, mentre  sarebbero più di 100.000 in Italia.

Anni di ricerche cliniche hanno permesso di comprendere il complesso rapporto tra fattori biologici, personologici e ambientali che contribuiscono all’insorgenza e alla progressione del disturbo.

Per quanto riguarda gli aspetti biologici, è ampiamente osservato come questo disturbo manifesti, forse più di qualunque altra patologia psichiatrica maggiore, un andamento familiare, ripresentandosi nel corso delle generazioni nella stessa famiglia; in questi casi non si eredita la malattia, ma piuttosto una ‘biologica predisposizione ad ammalare’ che necessita di ‘fattori di attivazione’ ambientali o psicologici.

La complessità del disturbo bipolare modalità di presentazione degli azione capace di effettuare interventi valutativi longitudinali che permettono un processo di stadiazione adeguato alla formulazione di adeguati percorsi di cura.

Il disturbo bipolare è spesso non riconosciuto e spesso mal diagnosticato (fino al 69% dei soggetti con dist. bipolare hanno ricevuto diagnosi erronee) e dunque  inadeguatamente trattato o aggravato da trattamenti sbagliati. Per ridurre al minimo i rischi di misdiagnosi, in condizioni cliniche che si definiscono solo longitudinalmente nel tempo, è necessario effettuare una stima del rischio di sviluppo della patologia, utilizzando al riguardo i dati emersi dalla ricerca scientifica internazionale.

Vi sono alcuni fattori significativi di rischio. Il primo è rappresentato dalla familiarità. In letteratura, studi su familiarità in (parenti primo grado,  gemelli mono/dizigoti, adottati) indicano un grado di ereditarietà fino all’85% nei gemelli monozigoti ed una prevalenza 5-10 volte più alta di DB nei figli di pz affetti da disturbo bipolare (un solo genitore affetto), rispetto alla popolazione generale. I figli con entrambi i genitori con diagnosi di disturbo bipolare mostrano un rischio di 5,7 volte maggiore di sviluppare DB rispetto a coloro con un solo genitore affetto. Rispetto alla popolazione generale il rischio appare essere 51,9 volte più elevato.

I dati longitudinali indicano come lo sviluppo di disturbi d’ansia nella prima-media infanzia sia predittivo di successivo esordio di DB nella prole di pz affetti da DB; sebbene non tutti i ragazzi con dist. d’ansia in questa fase svilupperanno poi DB, questo è un dato a cui prestare attenzione.

In adolescenza lo sviluppo di una ampia gamma di disturbi dell’umore, minori e maggiori (distimia, disturbi dell’adattamento, depressione NAS) è predittivo di successiva comparsa di DB.

L’uso di sostanze, specialmente nei giovani, è stato associato a un anticipazione dell’età d’esordio del disturbo e a un peggioramento dei quadri clinici.  L’utilizzo di sostanze provoca una slatentizzazione di alcuni sintomi sottosoglia ma, d’altra parte, è possibile che l’utilizzo di sostanze possa essere un meccanismo di coping alla comparsa di iniziali disturbi affettivi NAS.

Un ruolo fondamentale è dato dai disturbi del sonno. I disturbi del sonno (mal di testa dopo il risveglio, eccessiva sonnolenza diurna, stanchezza al risveglio, incubi) sono molto frequenti nei figli dei genitori con disturbo bipolare (rispetto alla popolazione generale si verificano dalle 6 alle 10 volte più frequentemente). I disturbi del sonno si associano alla psicopatologia e sono dunque una spia importante da tenere in considerazione. Inoltre i disturbi del sonno possono favorire la slatentizzazione della predisposizione genetica ed epigenetica.

Prestare un attenzione specifica e una valutazione multidisciplinare clinica e testale, in situazioni spesso caratterizzate dalla presenza di manifestazioni aspecifiche, risulta uno degli strumenti per identificare quel sottogruppo di ragazzi, ad alto rischio per lo sviluppo del disturbo, su cui eseguire interventi mirati di riduzione del rischio.

 

 

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