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Giovani, l’allarme degli psichiatri: 40mila al pronto soccorso per droghe e disturbi mentali

26 Ottobre 2017

Disturbi legati alla dipendenza da alcol e nuove droghe, sempre più facili da trovare, sono responsabili del 6,8% degli accessi ai pronto soccorso psichiatrici in Italia, ben 39.785 casi. È il dato allarmante emerso nel corso del convegno di presentazione della nuova ‘Carta dei servizi dei pazienti nelle condizioni cliniche di comorbilità tra disturbi mentali e disturbi da uso di sostanze e addiction (doppia diagnosi)’, organizzato da Federsed (Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze), Sip (Società italiana di psichiatria) e Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) oggi a Roma.

Le dimissioni ospedaliere dai Dipartimenti di salute mentale con diagnosi di disturbi mentali associati a disturbi da uso di sostanze – la cosiddetta ‘doppia diagnosì – hanno avuto un incremento di oltre il 2% in questi ultimi 4 anni, soprattutto nella fascia di età più giovane, 15-24 anni – spiegano gli esperti – che si è portata allo stesso livello degli adulti di 25-44 anni. C’è dunque un trend costante e graduale – sottolineano – di aumento delle problematiche psichiche legate al consumo di stupefacenti.

Per gli psichiatri, l’allarme è anche maggiore per i ricoveri di urgenza, con diagnosi relative a problemi di uso di droghe, in praticolare sempre nella fascia d’età 15-24 anni, che cresce più velocemente delle altre. Più in generale, il numero complessivo di accessi ai pronto soccorso per motivi psichiatrici ammonta a 585.087 casi, circa il 2% del totale. «I dati derivanti da studi condotti su persone assistite per abuso di sostanze nei Servizi per le dipendenze o nelle comunità terapeutiche – spiega Bernardo Carpiniello, presidente nazionale Sip – sono ancora più inquietanti: evidenziano tassi di comorbidità con i disturbi mentali che oscillano fra il 30 e il 60% dei casi. I più diffusi sono disturbi della personalità, dell’umore e psicotici. L’evidente frequenza con cui si disturbi mentali e da uso di sostanze sono associati, indica con molta chiarezza la loro interdipendenza: avere un disturbo mentale aumenta significativamente il rischio di uso patologico di sostanze e, viceversa, il consumo di sostanze è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di una patologia mentale».

Questi dati sul numero di accessi ai pronto soccorso per motivi psichiatrici trovano conferma anche ‘in piccolò, in uno studio sui 273 clienti di età compresa tra i 18 e i 30 anni di cinque club romani. Il 78% riportava pregresso utilizzo delle cosiddette nuove sostanze psicoattive (Nps), mentre l’89% riportava uso corrente di cocaina.

Le conseguenze di tale comorbilità sono gravi, talora drammatiche, avvertono gli esperti. Claudio Mencacci, past president della Società italiana di psichiatria e direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, aggiunge: «Peggior decorso e minore risposta ai trattamenti sia del disturbo psichico che dell’uso di sostanze, maggiore rischio di suicidio e di comportamenti violenti, incrementato rischio di patologie fisiche, di complicanze legali, e di deriva sociale».

«Per questo la Sip, attraverso la sua sezione speciale Sip-Dip (Società italiana di psichiatria delle dipendenze) – ricorda lo specialista – da anni si batte per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e gli enti governativi e regionali su tali problemi, per la formazione degli operatori e la promozione di studi e ricerche. Ma soprattutto – conclude Mencacci – per un cambiamento profondo dell’operatività e dell’organizzazione sanitaria attuale, che affida il settore della cura dei disturbi mentali e dei disturbi da uso di sostanze a servizi separati e indipendenti, quasi sempre operanti in modo scollegato fra di loro».

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