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Depressione, bisogna avvicinare alle cure chi soffre e ha paura

3 Aprile 2017

Diffusa nella popolazione, considerata un problema globale di sanità pubblica, come diabete e ipertensione, spesso non viene percepita come condizione patologica

Al Congresso Europeo di Psichiatria in corso a Firenze e nella Giornata della Salute dell’Oms, il 7 aprile, la depressione sarà al centro del dibattito. Diffusa nella popolazione, considerata un problema globale di sanità pubblica, come diabete e ipertensione, la depressione, gravata inoltre da stigma e vergogna, spesso non viene percepita come condizione patologica. Chi ne è affetto ha un pesante carico di disabilità, al pari di chi soffre di malattie oncologiche e cardiologiche. Spesso la depressione si accompagna a patologie organiche, in oltre il 20% dei casi a diabete e disturbi cardiaci, nel 30% a malattie polmonari e neurologiche. Nonostante ciò solo un soggetto su cinque si cura. Talvolta i sintomi depressivi vengono ricondotti a una fisiologica risposta adattativa alla patologia medica, per cui ci si aspetta che la persona “reagisca”.

Perdita di sonno

Altre volte i sintomi vengono riconosciuti, ma non trattati, peggiorando così non solo la qualità della vita e delle relazioni di chi ne è affetto, ma anche aumentando il rischio di morte, fino a tre volte nel caso dell’infarto del miocardio, per fattori biologici correlati. Il sonno è tra i fattori di rischio principali per la depressione in tutte le età, ma nell’era digitale e dell’accelerazione tecnologica, la perdita di sonno e lo stress emozionale nei bambini e adolescenti li espone maggiormente a conseguenze a livello immunologico, endocrino e di depressione. La deprivazione di sonno può produrre conseguenze sul lungo periodo in termini di formazione dei circuiti cerebrali che correlano con un aumento di disturbi depressivi nel corso della vita, a comportamenti a rischio e all’abuso di sostanze.

Percorsi specialistici

La Società Italiana di Psichiatria reputa importante “fare rete” per raggiungere risultati concreti per combattere la depressione e, grazie alle evidenze scientifiche sui diversi fattori di rischio nell’adolescenza, nel periodo perinatale, durante la vita lavorativa, nel periodo della menopausa e nella terza età, vuole promuovere la nascita di validi percorsi diagnostici terapeutici specialistici per l’infanzia e l’adolescenza, in collaborazione con la scuola, la pediatria e la medicina generale. Per avvicinare le persone alle cure occorre inoltre informare i pazienti sulle varie opzioni terapeutiche oggi esistenti efficaci, sicure e appropriate in funzione dei casi. I tempi sono maturi per un Piano nazionale di lotta alla depressione che evidenzi i bisogni e gli strumenti da utilizzare e indichi il percorso da seguire.

Da Corriere.it

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