Quest’anno la Giornata è dedicata alla donna. Molti i centri che offrono visite gratuite. Preoccupa soprattutto la depressione. Ecco le cure per guarire
Porte aperte dal 10 al 16 ottobre in decine di ospedali, dipartimenti territoriali e centri di salute mentale per offrire servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi alla popolazione femminile. (Trova qui quello più vicino a casa tua) Tra le altre opzioni sono previste visite psichiatriche, counselling psicologico, test di valutazione del rischio di depressione, info point e distribuzione di materiale informativo. A coinvolgere tutte le strutture è Onda, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna.
Si celebra infatti la Giornata Mondiale della Salute Mentale, che quest’anno è dedicata proprio alla donna. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento e che la maggior parte di questi non siano correttamente diagnosticati e curati. La depressione in particolare riguarda in Italia oltre 4 milioni di persone, in un rapporto 2:1 per il genere femminile.
«Un dato assolutamente importante è che la depressione, come gli stati d’ansia, si caratterizza per il genere – spiega il professor Claudio Mencacci, presidente della Societa Italiana di Psichiatria. – Per diverse motivazioni, che possono essere di carattere biologico – sensibilità ormonale – ma anche per la maggiore esposizione a ritmi lavorativi, a traumi e violenza le donne risultano molto esposte rispetto agli uomini».
«Questa caratteristica trova due momenti particolarmente significativi nella vita della donna: nel periodo perinatale quindi gravidanza e post partum e nel periodo periclimaterio cioè gli anni che precedono la menopausa e l’anno successivo – argomenta Mencacci. – Queste due particolari condizioni devono essere oggetto di un particolare monitoraggio, perché la depressione è una malattia organica e sistemica – che riguarda cioè anche il ritmo cardiaco, gli ormoni tiroidei e surrenalici, le funzioni di carattere immunologico, quindi una riduzione delle difese immunitarie, l’aggregazione piastrinica – e di conseguenza aggrava altre patologie come quelle cardiologiche, pneumologiche e diabetiche. Le persone depresse muoiono prima».
Si guarisce dalla depressione? «Si guarisce in una percentuale significativa. Ci sono molti tipi di intervento: il trattamento farmacologico insieme a quello psicoterapico insieme agli stili di vita alimentare e di attività fisica – spiega ancora Mencacci. – Si possono usare anche trattamenti somatici come possono essere la terapia magnetica transcranica o nei casi peggiori la shock terapia o la deep brain stimulation, quando non reagiscono alle terapie tradizionali».
«Nella terapia magnetica transcranica il paziente indossa una sorta di casco leggero che dà una sollecitazione elettromagnetica a differenti regioni del cervello. La shock terapia – spiega Mencacci – è la rivisitazione della terapia del famigerato elettroshock che oggi viene condotta in maniera estremamente mirata solo nei casi molto gravi. Prevede l’applicazione per pochi secondi di una breve scossa cerebrale in anestesia totale. Le applicazioni sono tra le sei e le otto, tutte in centri iper specializzati. La deep brain stimulation è l’inserimento in alcune aree cerebrali di una sorta di pacemaker che invia stimoli per secernere serotonina e a mantenere la persona in una buona condizione di qualità di vita».
Si può prevenire la depressione? «Sicuramente una delle modalità è quella di mantenere un buon ritmo sonno-veglia, associato a una buona attività fisica, come camminare, fare sport ivi compreso un’attenzione di carattere alimentare che presuppone diete ricche di omega 3 e di verdura, che non curano, ma aiutano molto. Anche l’esposizione alla luce e il mantenimento di una buona vita sociale».
Francesco Bianco