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“È la psicosi del dopo Parigi ora il prossimo è un pericolo”

26 Gennaio 2016

L'esperto: lo psichiatra Mencacci

MILANO. Claudio Mencacci è presidente della Società italiana di psichiatria e primario del Fatebenefratelli di Milano. Cosa fa scattare in un gruppo di persone il panico collettivo come avvenuto ieri a Roma?
«Dopo i fatti di Parigi, anche qui in Italia ha iniziato a diffondersi l’ idea che non si tratta più di episodi lontani: ora c’ è la consapevolezza che la minaccia legata al terrorismo è qualcosa che, potenzialmente, è vicino a noi. E che può intaccare la nostra vita e la nostra quotidianità: questo fa vivere in uno stato di
attesa costante, come se qualcosa possa succedere da un momento all’ altro. È come un tappo sempre pronto a saltare: basta un falso allarme e la paura latente si sfoga. E si contagia da una persona all’ altra, come il fuggi fuggi all’ interno di una folla ».
Quindi episodi del genere sono destinati a diventare sempre più frequenti?
«Temo di sì. Il mondo è cambiato: si pensi a chi ha smesso di prendere i mezzi pubblici o ha rimandato un viaggio all’ estero perché ha paura che potrebbe succedere qualcosa.
Questi fatti sono segnali che ormai è diffuso tra le persone uno stato di allarme continuo, che
dal singolo può diffondersi rapidamente a un intero gruppo».
Come si può evitare?
«Serve maggiore consapevolezza da parte di tutti, per evitare comportamenti che possano destare allarme nella collettività. La capacità di ascoltarsi e di fare rete resta poi fondamentale: ritornare a fidarsi
del prossimo è il punto di partenza».
Il mondo è cambiato e ormai questo genere di episodi è destinato purtroppo ad aumentare.
ALESSANDRA CORICA

Da Repubblica

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