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Vittime di violenza persino in gravidanza

23 Novembre 2014

C'è un momento della vita molto delicato, e che un mito diffusissimo ancora copre, quello secondo cui la gravidanza protegga da violenza e maltrattamenti.

Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulla donna. Una catena di violenza che sembra non fermarsi, la punta di un iceberg che accompagna le donne in tutta la loro esistenza (dall’aborto selettivo, all’infanticidio, all’abuso infantile, allo stupro, alla forzata prostituzione, alla violenza dei partner, all’abuso verso le vedove). Ma c’è un momento della vita ancora più delicato, e che un mito diffusissimo ancora copre, quello secondo cui la gravidanza protegga da violenza e maltrattamenti. Al contrario sappiamo che la gravidanza, rendendo la donna più vulnerabile, può essere vissuta dal partner come occasione per esercitare agevolmente controllo e potere. I dati sono drammatici: il 30 per cento dei maltrattamenti ha inizio in gravidanza, il 69 per cento delle donne già maltrattate continua a subire violenze ancorché incinte, 1 donna su 4 ha fatto esperienza di violenza in gravidanza, tanto che la violenza domestica in questa fase della vita é la seconda causa di morte dopo le emorragie per le donne dai 15 ai 44. La violenza in gravidanza è più comune del diabete gestazionale e della placenta previa, eppure l’attenzione e la consapevolezza sono ancora limitati. Violenza fisica (prima causa di aborto spontaneo o nascita di bambino morto) e psichica. E la violenza non si ferma con il parto, ma prosegue anche dopo. Un recente studio ha identificato, quali fattori di rischio, l’uso di alcol da parte del partner, la gelosia patologica, il sospetto di infedeltà, le storie di violenza precedente, una gravidanza indesiderata, la giovane età e l’isolamento dalla famiglia di origine. Oltre ai rischi e alle conseguenze fisiche e psichiche sulla madre, bisogna considerare anche i riflessi sul nascituro e sul suo sviluppo fisico, psicologico, cognitivo comportamentale e del linguaggio. Il partner che usa violenza contro la futura mamma, la userà probabilmente anche contro i figli. Un dato su cui riflettere per cambiare la propria vita e interrompere questa catena di violenza è che il rischio di essere vittima di femminicidio aumenta di ben tre volte per le donne abusate durante la gravidanza. Fondamentale è quindi il riconoscimento precoce di questi fenomeni e l’azione efficace svolta anche dai centri anti violenza degli ospedali con i Bollini Rosa di Onda, che sviluppano programmi di prevenzione e sostegno alle donne maltrattate.

Da Corriere della Sera

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