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Mal di primavera, colpiti due milioni di italiani

1 Aprile 2013

Mal di primavera, colpiti due milioni di italiani

Il problema sei volte più frequente nelle donne. E l'inverno eterno non aiuta chi già vive male il cambio di stagione

(Ansa) Stanchezza diffusa, problemi di concentrazione, umore nero, ansia e irascibilità. Sono i tipici campanelli d’allarme del «mal di primavera», una sindrome che può colpire «circa 2 milioni di italiani. Persone che, in generale, risentono dei cambi di stagione». E il problema è «circa 6 volte più frequente nelle donne, rispetto agli uomini». Ne parla Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) e direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Ma i meteopatici rischiano di vivere quella di quest’anno come una primavera ancora più «maledetta». Colpa del continuo perdurare, ai limiti dell’accanimento, di temperature gelide con pioggia e cielo grigio. «Questo inverno eterno certamente non aiuta l’umore di nessuno – osserva Mencacci – e rischia di peggiorare ulteriormente lo stato d’animo di chi già vive male il cambio di stagione».

L’INVERNO INFINITO – Oltre che con la consueta «primaverofobia», infatti, queste persone «stanno facendo i conti con l’esasperazione causata da un “continuum” con l’inverno che sembra non avere fine». Condizioni climatiche che, fra l’altro, «sembrano rispecchiare anche il clima di incertezza del periodo che sta vivendo il Paese», riflette lo specialista. In generale, ricorda, «i disturbi di stagione sono legati alla modificazione della quantità di luce, che induce cambiamenti a livello cerebrale». Com’è noto, «i passaggi più “pesanti” da superare sono quelli dall’autunno all’inverno e dall’inverno alla primavera. Ma se nel primo caso i segnali rivelatori sono stanchezza, sonnolenza, perdita di concentrazione e aumento del consumo di carboidrati, con l’arrivo della primavera oltre alla stanchezza ci sono l’irritabilità, l’irascibilità e il fatto di essere più ansiosi e meno concentrati». «Si tratta di disturbi affettivi che, in realtà, ci mostrano come siamo in collegamento con i ritmi della natura più di quanto non crediamo», sottolinea Mencacci. Se in primavera le piante sono in fermento, «in pratica lo siamo anche noi». Non solo. L’arrivo della primavera e i fastidi tipici di questa stagione pesano in modo particolare «anche su quel 10% della popolazione afflitto da disturbi dell’umore, circa 5-6 milioni di persone, di cui il 40% soffre in modo particolare proprio i “passaggi” stagionali, con manifestazioni che vengono considerate un peggioramento».

I CONSIGLI – Cosa fare allora, oltre ad armarsi di pazienza, aspettando che il peggio passi? «Per chi è in cura – conclude lo psichiatra – suggerisco un perfezionamento del trattamento farmacologico sulla base dei sintomi. Mentre, in generale, invito ad aumentare in questo periodo l’attivitá fisica, per favorire il processo di adattamento dell’organismo». (Fonte: Adn-Kronos Salute)

Da Corriere Salute

 

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